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Fine delle agevolazioni fiscali ai pensionati italiani in Portogallo dal 2024

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Il primo ministro portoghese Antonio Costa ha ufficialmente annunciato che a partire dal 2024 porrà fine alle agevolazioni fiscali e quindi al Regime dei Residenti Non Abituali, un regime che offre una riduzione dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRS) per un periodo di dieci anni ai nuovi residenti stranieri, indipendentemente dalla nazionalità, e ai cittadini portoghesi che sono emigrati da più di cinque anni.

Il primo ministro, Antonio Costa, ha motivato questa decisione sottolineando la necessità di affrontare l’incremento dei prezzi immobiliari, ormai evidentemente sotto gli occhi di tutti ed almeno parzialmente attribuito agli incentivi fiscali attualmente in vigore, riconosciuti dal Regime dei Residenti Non Abituali.

Costa ha chiarito durante una conferenza stampa:

Persistere in questa misura equivarrebbe a prolungare una ineguaglianza fiscale non più giustificabile e rappresenterebbe un modo indiretto per alimentare ulteriormente l’aumento dei prezzi nel mercato immobiliare.”

Per gli stranieri, il regime prevede benefici fiscali in materia di IRS, tra cui una tassazione ridotta al 20% sui redditi guadagnati in attività ad alto valore aggiunto (come medici, architetti e professori universitari) per dieci anni. Per i pensionati che hanno trasferito la residenza in Portogallo, tra cui anche gli italiani, il Regime dei residenti non Abituali – dopo la riforma del 2020 – prevede il pagamento del 10% di IRS per i successivi 10 anni d’imposta.

Questa misura è in vigore dal 2009 e, secondo il primo ministro, “aveva senso” in passato, al fine di contribuire al rilancio dell’economia. Tuttavia, osserva Antonio Costa che nei primi dieci anni, “il 59% delle persone che ne avevano beneficiato ha continuato a rimanere qui, nonostante non beneficiassero più” del regime. Ora, tenuto conto della congiuntura economica, secondo il primo ministro, il mantenimento dello Statuto RNH non avrebbe più senso.

A pesare sulla decisione di mettere fine alle agevolazioni fiscali per i pensionati italiani in Portogallo, sono state le pressioni del Bloco de Esquerda e del Partito Comunista Portoghese (PCP). Il partito di sinistra, che da anni invoca a gran voce revisioni dello statuto, infatti, avrebbe presentato due proposte di legge, il 15 settembre, volte a porre fine al regime di residenti non abituale.

Attualmente, i pensionati italiani residenti in Portogallo che hanno già richiesto l’adesione al regime dei residenti non abituali non sono interessati dalle modifiche allo Statuto. Infatti, il primo ministro Costa avrebbe sottolineato che le concessioni attualmente in essere rimarranno invariate.

Pertanto, i pensionati italiani che vivono in Portogallo:

  • Continueranno a pagare il 10% d’imposta, se hanno richiesto l’adesione al regime dei residenti non abituali tra il 2020 ed il 2023, dopo la riforma, nel rispetto del limite dei dieci anni.
  • Continueranno a percepire la pensione esentasse, se hanno trasferito la residenza prima della riforma del 2020, anche stavolta nel rispetto del limite dei dieci anni.

Il regime dei residenti non abituali è stato concepito come un regime fiscale speciale di durata predeterminata e, in quanto tale, non è possibile richiedere alcuna proroga o rinnovo, ciò anche prima delle parole del primo ministro Costa.

I pensionati italiani che vivono in Portogallo, allo scadere dei dieci anni di statuto RNH hanno sostanzialmente tre opzioni:

  • Rimanere a vivere in Portogallo in pensione ed essere assoggettati ad aliquota ordinaria nel Paese, nel rispetto della Convenzione per evitare la doppia imposizione;
  • Rimpatriare in Italia;
  • Trasferirsi in un terzo Paese, diverso dall’Italia o dal Portogallo. Preferibilmente, scegliendo un Paese in cui vigono delle agevolazioni fiscali, come nel caso della Grecia, considerata da molti il migliore Paese per trasferirsi in pensione dove si pagano tasse al 7% per 15 anni.

 

In quest’ultimo caso, bisogna prestare attenzione al Paese in cui vivere in pensione. Valutare alcuni aspetti è fondamentale, tra cui:

  • la facilità degli spostamenti
  • la vicinanza all’Italia
  • la presenza della moneta euro
  • la possibilità di spostarsi liberamente, senza visti, tra i diversi Stati
  • la certezza del regime fiscale. Attenzione, per esempio, agli Stati come la Bulgaria, motivo per cui è fortemente consigliato affidarsi a dei professionisti nella pianificazione del trasferimento. Non tutti i Paesi che prevedono agevolazioni fiscali sono davvero convenienti.

 

Nonostante la fine delle agevolazioni fiscali in Portogallo infatti, uno dei vantaggi offerti dallo statuto RNH, a differenza di altri Paesi a tassazione zero delle pensioni italiane, consiste nell’adozione di un regime di salvaguardia che, pur in caso di modifica delle norme – già avvenuto in passato – ha permesso di lasciare inalterata la tassazione, per chi ha fatto richiesta di adesione allo statuto in un determinato periodo di tempo.

Molti Paesi in cui esisterebbe la “detassazione della pensione” in virtù degli accordi bilaterali e delle norme nazionali dei Paesi ospitanti, non sono frutto di un regime speciale come l’RNH portoghese, ma si tratta di norme ordinarie che, in quanto tali, potrebbero essere modificate semplicemente in manovra finanziaria, anno per anno.

In questo contesto, scegliere un Paese che in cui vi sia un regime speciale di tassazione delle pensioni da fonte estera può essere preferibile, come il caso della Grecia in cui – nel rispetto di alcuni requisiti – è possibile pagare una flat tax del 7% per 15 anni.

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