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Trasferirsi in Bulgaria: una scelta pericolosa per i pensionati italiani
Il titolo parla chiaro: trasferirsi in Bulgaria è una scelta pericolosa, ma perchè? Continua a leggere il nostro approfondimento qui sotto.

Da molti anni i pensionati italiani scelgono Grecia, Portogallo e Tunisia alla ricerca di un assegno pensionistico non falcidiato dalle inique imposte in Italia. Negli anni, a ben vedere, anche la Bulgaria è stata particolarmente gettonata dagli italiani in pensione.
I motivi che spingono al trasferimento in Bulgaria dei pensionati sono presto detti:
- un basso costo della vita;
- la ricerca di una vita migliore;
- la pensione detassata.
Molti “addetti ai lavori”, i professionisti del settore che aiutano gli italiani a trasferirsi all’estero, hanno raccolto negli anni il malcontento dei pensionati residenti in Italia, promuovendo la Bulgaria come uno dei nuovi paradisi fiscali, tuttavia non facendo correttamente i conti con il fisco italiano e la Convenzione stipulata tra l’Italia e la Bulgaria.
Obiettivo di questo articolo, pertanto, non è parlare del pericolo in Bulgaria in termini di ordine pubblico, di delinquenza o motivi assimilabili, ma illustrarti come una cattiva pianificazione di un trasferimento all’estero può essere controproducente – appunto, “pericoloso” – per le tue finanze.
Scopri perchè leggendo i prossimi paragrafi.
- Pensionati italiani in Bulgaria, ma senza la defiscalizzazione della pensione
Sofia, Burgas, Varna, queste le principali mete predilette dagli italiani che vivono in Bulgaria. Anni di storia hanno trasformato la capitale (Sofia) e le città che si affacciano sul Mar Nero (Varna e Burgas) in crocevia di popoli, storie, battaglie sanguinose, ma anche in un esempio di coesistenza tra realtà ben diverse tra loro.
Lo sanno bene gli italiani, ben accolti dalla popolazione locale, che hanno tentato la strada della Bulgaria come meta vantaggiosa, dato il basso costo della vita ed invogliati dalla prospettiva, purtroppo distorta, di percepire l’assegno della pensione lordo, senza le trattenute IRPEF.
Cosa succede, invece, nella realtà?
La realtà ci parla di uno scenario completamente differente rispetto a quello che prospettano alcuni professionisti del settore, che promettono zero tasse sulla pensione italiana in Bulgaria.
Quello che accade, invece, è che centinaia di connazionali che hanno cavalcato l’entusiasmo di vivere in Bulgaria, in parte hanno ricevuto cartelle esattoriali da parte dell’Agenzia delle Entrate, per il recupero dell’Imposta sulle Persone Fisiche relativa agli anni dell’espatrio in Bulgaria, in altri casi invece, le domande di “defiscalizzazione” trasmesse alle sedi INPS, non hanno mai trovato accoglimento.
Il risultato? I connazionali che avevano investito risorse economiche ed emotive per trasferirsi in Bulgaria e che sognavano di poter avere una disponibilità economica maggiore, incassando l’assegno pensionistico senza le trattenute, hanno lasciato il Paese che si affaccia sul Mar Nero e sono tornati a vivere in Italia, abbandonando l’idea di vivere senza pagare imposte. Altri, invece, non perdendosi di spirito, hanno prediletto climi più miti, dove la defiscalizzazione della pensione è certezza, decidendo di trasferirsi in Portogallo o trasferirsi in Grecia.
- Perché è difficile la detassazione delle pensioni in Bulgaria?
Per rispondere al quesito, è necessario padroneggiare qualche concetto di diritto tributario internazionale, senza però perdersi in particolari tecnicismi. Ma andiamo per ordine cercando di spiegare il fenomeno in maniera semplice.
Di norma, quando un connazionale in pensione si trasferisce in un Paese con cui l’Italia ha sottoscritto un accordo per evitare la doppia imposizione e l’evasione fiscale, il connazionale è tenuto al pagamento delle imposte nel nuovo Paese di residenza.
L’ammontare dell’imposta da versare al nuovo Paese sul rendimento di fonte italiana (la pensione) è stabilito dal sistema tributario del nuovo Paese ospitante.
Tale precetto normativo, in via semplicistica, lo si desume di norma dall’articolo 18 di ogni trattato sottoscritto dall’Italia con i Paesi OCSE.
Bisogna notare tuttavia che il suddetto precetto non è esente da eccezioni. Un’eccezione, per esempio, è rappresentata dai pensionati della Pubblica Amministrazione i quali, pur decidendo di vivere in un altro Paese, sono tenuti al pagamento delle imposte in Italia, in forza alle disposizioni delle convenzioni sottoscritte dalla Repubblica Italiana (Art 19).
Un’altra eccezione nell’eccezione, per pensionati della pubblica amministrazione, è rappresentata dal trasferimento in Tunisia dove, ai fini del trattamento fiscale, non sono previste distinzioni tra i pensionati “privati” e quelli della pubblica amministrazione ex Inpdap, gestione ora in capo ad INPS.
Per quel che concerne il caso della Bulgaria, ai sensi della normativa nazionale bulgara, una persona fisica potrà dirsi fiscalmente residente in Bulgaria quando risulta iscritta nelle anagrafi della popolazione residente e ottiene il permesso di soggiorno, ma, ai sensi della Convenzione di non doppia imposizione, risulterà fiscalmente residente solo se – oltre agli elementi succitati – è di nazionalità bulgara.
Infatti, secondo l’Art. 1, Par. 2 della Convenzione, “l’espressione «residente di uno Stato contraente» designa: per quanto riguarda la Repubblica popolare di Bulgaria, qualsiasi persona fisica che possiede la nazionalità bulgara, nonché qualsiasi persona giuridica che ha la propria sede in Bulgaria o che è ivi registrata.”
L’implicazione di quanto appena affermato è evidente: per trasferirsi in Bulgaria ed ottenere la defiscalizzazione della pensione bisogna:
- Trasferire la propria residenza in Bulgaria ed iscriversi all’A.I.R.E, l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero;
- Godere di una pensione non maturata alle dipendenze della Pubblica amministrazione;
- Dimorare abitualmente in Bulgaria;
- Richiedere un permesso di soggiorno;
- Affittare o comprare casa ed eventualmente intestare delle utenze;
- Trasferire il proprio centro vitale degli interessi;
- Aprire un contro corrente in Bulgaria ed accreditarvi la pensione;
- Avere la nazionalità bulgara;
Pertanto, alla luce delle disposizioni convenzionali, qualunque persona fisica (distinta dalle persone giuridiche) in assenza della nazionalità bulgara, non sarà nelle condizioni di poter richiedere al proprio ente previdenziale l’accredito della pensione lorda in regime convenzionale, ossia senza trattenute Irpef e dei relativi accessori fiscali.
A confermare quanto sopra esposto è intervenuta la Direzione INPS che, nel messaggio n° 612 del 18-02-2020 – ha chiarito che: “l’Autorità fiscale bulgara rilascia due tipologie di certificati di residenza fiscale:
1) Certificato attestante la qualità di “residente fiscale”, ai sensi della convenzione per evitare la doppia imposizione fiscale in vigore tra la Repubblica di Bulgaria e uno Stato straniero;
2) Certificato attestante la qualità di “residente fiscale”, ai sensi dell’articolo 4 della legge interna bulgara sui redditi delle persone fisiche.
Il certificato attestante la qualità di “residente fiscale”, ai sensi della convenzione per evitare la doppia imposizione fiscale in vigore tra la Repubblica di Bulgaria e uno Stato straniero viene rilasciato a seguito della verifica della sussistenza per la parte bulgara di tutte le condizioni previste dalla convenzione di cui si chiede l’applicazione. Al contrario, il certificato di cui al precedente punto 2 attesta solamente la ricorrenza delle condizioni per essere considerato residente fiscalmente ai fini della normativa bulgara”.
Il messaggio prosegue dunque, impartendo istruzioni operative alle sedi INPS prevedendo che saranno “considerate utili al buon esito delle domande di esenzione dall’imposizione in Italia di pensioni delle gestioni previdenziali dei lavoratori privati soltanto le certificazioni attestanti espressamente la qualità di residente fiscale ai sensi della convenzione per evitare la doppia imposizione in vigore tra l’Italia e la Repubblica di Bulgaria”
Pertanto, se non sei nella condizione di produrre un certificato di residenza fiscale rilasciato dall’Agenzia Nazionale delle Entrate Bulgara che, come nella foto in basso, contiene espressamente il riferimento alla convenzione italo-bulgara per qualificare il soggetto come residente fiscale, non sarai nella condizione di poter richiedere l’assegno pensionistico lordo.

- Alcune considerazioni sul fenomeno pensionati italiani in Bulgaria
Al fenomeno dei pensionati in Bulgaria è stato assegnato ampio spazio su tv, blog o media in generale. Purtroppo, parimenti, non è stato assegnato lo stesso spazio anche al rovescio della medaglia, ossia, a quelle difficoltà che una cattiva programmazione dell’espatrio ed una scelta superficiale dell’interlocutore a cui affidare il disbrigo delle pratiche può comportare.
A contribuire ad un fenomeno importante, ma dagli esiti incerti, è complice tuttavia:
- Una errata interpretazione del testo del normativo relativo alla convenzione italo-bulgara da parte degli enti previdenziali italiani che, nei primi anni del fenomeno migratorio dei pensionati italiani in Bulgaria, hanno accolto le domande di defiscalizzazione, pur in assenza delle opportune verifiche circa i requisiti stabiliti dal Trattato;
- Un testo convenzionale che volutamente – e non involontariamente, come taluni suppongono – impone una diversione rispetto al modello OCSE, in ordine alla definizione dei soggetti “residenti”;
- La scarsa attitudine alla lettura sistematica dei testi normativi di alcuni addetti ai lavori, deputati al disbrigo pratiche.
Alla luce dei motivi esposti, se vuoi ottenere la pensione esentasse e sei intenzionato a trasferirti in Bulgaria, verifica di poter soddisfare tutti i requisiti previsti dalla normativa. Alternativamente, se sei già residente, puoi valutare se rimanere, oppure trasferirti in un altro Stato dalla fiscalità agevolata come la Grecia, metà prediletta negli ultimi anni dai pensionati italiani.
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